varroa
DESCRIZIONE
La varroa è una mallatia causata da un da un acaro che colpisce sia gli adulti che le larve.
Scoperta nel 1904 inizialmente era. Diffusa nel Asia meridonale.
Arrivarono in europa quando le api asiatiche furono introdotte in europa per aumentare la produzione di miele ; il primo rilevamento sul ape domestica e stata bel 1958 in Cina.
Gia dagli anni ´60 la varroa ha fatto riscontrare danni massici. Atraverso il commercio di api regine fu introdotta in bulgaria
NEL 1982 è stata segnalata in centro italia. E nel 1983 al Nord e al Sud.
Nel 8 agosto del 1981 il mi istero della sanità emana un ordinaza di distruggere le famiglie infestate
Occorre precisare che l’allevamento delle api si presta ad essere condotto su tanti livelli adattandosi perfettamente alle necessità, capacità e possibilità tecniche ed economiche di ognuno.
Naturalmente ci sono dei condizionamenti fondamentali di cui non si può prescindere e sono:
– verifica della sensibilità al veleno delle api
– una buona conoscenza dell’anatomia, fisiologia ed etologia delle api
– conoscenza delle risorse nettarifere del territorio in cui si intende operare
– analisi delle disponibilità potenziali di risorse economiche, tempo, locali, porzioni di terreno per piazzare le arnie
– possibilità di usufruire dei consigli di un apicoltore esperto
– forte propensione all’osservazione e disponibilità ad imparare dalle api
Dall’analisi delle condizioni iniziali deriva il livello massimo su cui potersi posizionare, alla fine di un processo evolutivo, riguardo alla dimensione dell’allevamento, riferito come numero di alveari gestibili.
Per fare un esempio concreto, chi ha un lavoro da dipendente difficilmente può arrivare a gestire un allevamento di oltre cinquanta alveari.
Il principiante deve fare esperienza e la deve fare possibilmente in un contesto di tranquillità, per questo si ritiene necessario il sostegno di un tutor.
Visita ad un alveare di Ape Sicula
Presa la decisione di intraprendere l’allevamento delle api è consigliabile partire con pochi alveari, tre potrebbe essere perfetto.
Perché proprio tre ?
Tipicamente il punto di partenza di ogni azienda apistica è l’acquisto di sciami con cinque favi, gestire un solo sciame non fornisce dati sufficienti a maturare un’esperienza perché il suo comportamento è influenzato da fattori interni come razza, età della regina, stato di salute ecc. e da fattori esterni posizionamento, andamento climatico, disponibilità di pascolo, ecc. per tanto, non avendo la possibilità di fare un confronto con altri alveari, il novello apicoltore, non capisce i motivi del comportamento del suo sciame, positivo o negativo che sia.
Invece conducendo un minimo di tre sciami, posizionati nello stesso luogo e quindi a parità di condizioni esterne, le differenze nel loro andamento dipende solo da fattori interni e dalle azioni del novello apicoltore. Viene così facilitata la maturazione di un’esperienza.
Sono tante le cose che l’apicoltore deve imparare tra queste una molto importante è il rapporto che instaura con i suoi alveari, come diceva il mio maestro Bruno Pasi, sarto apicoltore ad Albaredo D’Adige (VR), l’apicoltore non deve pensare al miele ma deve interessarsi del benessere degli alveari badando che non abbiano a patire per fame, freddo ed altre avversità, al momento opportuno penseranno le api a fare il miele, è il loro mestiere.
Certamente le cose non sono così semplici ma l’aneddoto da l’idea del rapporto corretto uomo-ape.
Entrando più nello specifico l’apicoltore deve imparare a giocare di anticipo rispetto a quello che le api programmano di fare e questo lo può fare interpretando i numerosi segnali che le api tracciano all’interno dell’alveare.
Avere sempre tutto pronto, telaini, fogli cerei, melari, diaframmi, arniette da sciame, postazione per la transumanza ecc. è un gran vantaggio; non farsi sorprendere impreparati è uno dei segreti dell’apicoltura.
Nei primi tempi può essere utile tenere una scheda per ogni alveare su cui annotare lo stato dell’alveare, con l’esperienza basterà uno sguardo all’interno dell’alveare per capire molte cose, passate, presenti e future.
Cosa occorre annotare ?
All’inizio cose semplici quali :
– numero di favi coperti dalle api
– estensione della covata e sua posizione
– compattezza della covata
– quantità di scorte in miele e polline
Di settimana in settimana si vedranno i progressi o i regressi, si potrà fare il confronto tra gli alveari e si imparerà a riconoscere altri segnali importanti:
– allungamento delle celle contenenti il miele
– produzione di nuova cera
– deposizione della covata maschile
– accenno alla costruzione di celle reali
ecc.
Il confronto continuo tra le osservazioni in campo anche in rapporto alle variazioni stagionali, le istruzioni di un buon manuale e i consigli di un maestro sono gli strumenti di crescita professionale di un apicoltore.
Si rigrazia il sito dello stato
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