Iniziare un’attività apistica
![]() L’obiettivo di ciascuna azienda apistica è la produzione, essa può essere indirizzata verso vari settori, normalmente la produzione di miele è quella che da maggiori introiti, ma non bisogna tralasciare settori che potrebbero dare reddito quali produzione di sciami, servizi di impollinazione, produzione di polline, pappa reale, cera e propoli, nonchè l’allevamento razionale di regine. Ovviamente per ciascuno di questi settori bisogna avere o acquisire professionalità e conoscenze prima che diventi fonte di reddito, l’improvvisazione porterebbe a risultati catastrofici. L’inizio vero e proprio dell’attività deve avvenire a tavolino preventivando materiali, sciami, attrezzature, laboratorio, settore di produzione… etc. E’ bene che in questa fase vi sia la supervisione di un apicoltore con esperienza (a volte si va incontro a spese superflue o non vengono acquistati accessori indispensabili), in base al budget iniziale si potranno effettuare le “limature” del caso. ![]() Il laboratorio: La realizzazione di un laboratorio a norme è una delle spese più ingenti per l’inizio dell’attività, oltre al fatto che l’infrastruttura deve rispondere a tutti i canoni igienici e legislativi per la trattazione e la trasformazione di alimenti, essa deve necessariamente avere: banco disopercolatore, smelatore, maturatori con relativi accessori (es. coltelli per disopercolare, forchette, filtri etc.) quest’ultimi possono essere più o meno all’avanguardia e possono essere accompagnati da attrezzature correlate (es.pompe, camere calde, scioglimele elettrici, etc. ) tutto dipende dalla mole di lavoro e dalle disponibilità economiche, consigliato è l’acquisto di un mielometro per la misurazione dell’umidità residua del miele e l’allestimento di una camera calda. Gli alveari: La parte produttiva è data dalle api e dalle arnie dove esse alloggeranno; è sempre bene scegliere delle api di razze locali (ovviamente se se ne ha la disponibilità), la scelta di ibridi da spesso e volentieri effetti e caratteristiche spiacevoli (irritabilità, ibridazione locale, etc.) il periodo migliore è ovviamente l’inizio della stagione apistica, da febbraio ad aprile, dipende da dove ci si trova. Le arnie debbono essere necessariamente con cassettino e fondo antivarroa, sono preferite quelle da nomadismo a 10 favi, ovviamente devono essere complete di melario (che verrà apposto non appena se ne vedrà la necessaria applicazione), telaini cerati, apiscampi, escludiregina e diaframmi. E’ bene scegliere con cura le proprie arnie basandosi sulla loro consistenza e sulla cura della costruzione (debbono sopravvivere alle intemperie almeno 10-15 anni), ovviamente si cercherà di acquistarle di diversi colori (almeno di 3-4 gradazioni cromatiche differenti) per evitare la deriva delle bottinatrici. L’acquisto di portasciami, di telaini, cera, zigrinatore, trasformatore per l’inserimento di fogli cerei è utile così come lo è quello di reti per propoli, cupolini, stecche, cassoni, trappole per polline anche se questi ultimi sono solo necessari per le produzioni secondarie (pappa reale, propoli, polline). L’attrezzatura “personale” è una voce indispensabile, consta: in tuta, maschera, guanti, stivali, leva ed affumicatore. ![]() Per produttori medio-grandi (volume d’affari superiore ai 5 milioni di lire), gli adempimenti e gli obblighi sono gli stessi di un normale impresa. Per i piccoli produttori, invece, la legge prevede particolari forme di agevolazioni fiscali. Molti apicoltori, infatti, realizzano un volume d’affari inferiore a 5 milioni di lire e, quindi, sono esonerati dal versamento dell’IVA e da tutti gli adempimenti contabili compresa la dichiarazione annuale. In questa situazione per essere in regola è necessario: – richiedere una partita IVA (operazione gratuita); – numerare progressivamente e conservare le fatture relative agli acquisti; – numerare progressivamente e conservare le autofatture ricevute dagli acquirenti, a seguito della vendita di prodotti ad altre imprese; registrare su un quaderno le vendite al minuto effettuate a consumatori finali, per dimostrare che il volume d’affari non supera i 5 milioni (la vendita al minuto presuppone una autorizzazione rilasciata dal sindaco del comune ai sensi della legge n. 59 del 1963).Questi pochi adempimenti di tipo fiscale vanno accompagnati dagli adempimenti sanitari che prevedono: – una sala smielatura ed invasettamento autorizzata; – la descrizione delle norme minime di sicurezza sanitaria che l’apicoltore mette in atto per evitare rischi alla salute del consumatore; – la conoscenza delle norme sull’etichettatura; – il possesso di libretto di idoneità sanitaria. N.B. Per i piccoli produttori, alcune normative regionali consentono l’uso temporaneo, come laboratorio di smelatura, di un locale abitativo dedicato ad altre attività (es. cucina di casa) purché ne abbia i requisiti igienici. |